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Facility e PA
Copertina
Dall'emergenza pubblica ai progetti
Da molti anni si discute su
come introdurre i principi del Fa-
cility Management nella Pub-
blica Amministrazione, ma
questo processo non sembra mai
riuscire veramente a decollare.
Per capire la natura di tale
blocco e le possibili soluzioni ci
siamo rivolti a chi da anni opera
con il settore pubblico, Alfredo
Romeo, presidente di Romeo
Gestioni.
Nelle PA esiste davvero la cul-
tura adatta a ricevere in pieno il
FM?
No, non ancora. Almeno non nel
senso che invece sarebbe neces-
sario. Esiste al massimo un inte-
resse, forse un’attenzione o una
curiosità, perché in realtà le PA si
muovono ancora sull’onda del-
l’emergenza e non di una piani-
ficazione strategica complessiva
che, a quel punto, si potrebbe
tramutare in autentico cambio di
rotta.
D’altra parte, perché ci sia un
cambio forte di mentalità e di ap-
proccio a questi problemi, servi-
rebbe un indirizzo politico forte,
che però non è mai tanto forte da
spezzare il cordone ombelicale
con le clientele che all’interno
delle PA rappresentano serbatoi
di consenso pesantissimi.
Quali sono le problematiche
specifiche che incontrate nel vo-
stro rapporto con le PA?
Se volessi semplificare, direi i
tempi, l’incapacità, la “resistenza
passiva”, l’abitudine all’inerzia,
la mancanza di responsabilità
soggettiva e a livello dirigenziale.
Ma il nodo vero è la mancanza
di strategia industriale.
Anche una PA dovrebbe essere
amministrata come un’azienda,
con regole severe, elasticità ope-
rativa, innovazione, formazione,
incentivazione, meritocrazia…
Invece stiamo ancora all’età
della pietra non in termini di tec-
nologia, ma di mentalità. E con
la certezza che alla fine nessuno
pagherà… se non il fruitore finale
che è il cittadino.
Come dovrebbe evolversi Con-
sip per diventare più efficace? E
come giudica le altre centrali
d’acquisto presenti in Italia?
L’evoluzione si può avere solo
studiando e perfezionando la gri-
glia dei bisogni, analizzando le
nuove domande, le nuove esi-
genze, il moltiplicarsi delle va-
rietà dei servizi che vengono
richiesti dal mercato.
Se si facesse questo studio con
sistematicità, con approfondi-
menti attenti, confrontandosi
con il mercato che corre, evolve,
cambia, muta e scopre nuove
esigenze, si potrebbero sempre
più integrare i servizi in funzione
dei vari segmenti del territorio e,
a quel punto sarebbe più facile
adottare importanti economie di
scala.
L’obiettivo finale dovrebbe es-
sere il Facility Territoriale: in sin-
tesi, guardare oltre un “oggetto”
e studiare la complessità dell’in-
sieme.
Quanto alla seconda parte della
domanda, rispondo che CONSIP
è l’unica centrale d’acquisto in
Italia. E l’unica che può compe-
tere con quella francese che ha
tracciato la via e che ha una tra-
dizione - anche evolutiva - asso-
lutamente invidiabile.
Quali sono i maggiori pregi e di-
fetti di una PA nel suo rapporto
con la gestione dei servizi?
I pregi, se proprio siamo certi di
volerne trovare, sono nella tradi-
zione, nella conoscenza.
Voglio dire che lì dove ci si im-
batte in una PA forte, efficiente,
gestita da persone capaci, io
azienda lavoro meglio. Ho più
facilità ad agire con persone che
news
segue a pag. 2
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www.ifma.it
Fino a ieri il criterio del
prezzo più basso era l’alfa e
l’omega di ogni criterio di
scelta del fornitore in ambito
privato. Oggi i Facility Mana-
ger hanno imparato a porsi
un quesito che il clima gene-
rale delle loro organizzazioni
li spingeva a non farsi: com’è
possibile presentare un
prezzo così basso? La rispo-
sta, scontata, è che non è pos-
sibile. Non senza violare
delle norme di sicurezza e di
tutela della manodopera. Ciò
che oggi è cambiato è la co-
scienza che accettare un
prezzo sospetto significa
avallare le pratiche che lo ge-
nerano e che se ne paghe-
ranno conseguenze che
vanno ben oltre un servizio di
scarsa qualità. Si tratta di
un’evoluzione che tocca di-
rettamente il FM, ma è frutto
in realtà di un più ampio
cambiamento culturale nelle
aziende.
Tale evoluzione tocca anche
la PA, che però abbiamo visto
in questi mesi operare tagli
senza un progetto preciso,
mostrando ancora scarsa vo-
lontà di comprendere quali
leve e opportunità possano
recarle il Facility Manage-
ment e il suo mercato. CON-
SIP era stata concepita
proprio per guidare le PAnel-
l’applicazione della disci-
plina e per svolgere un’attività
di progettazione dei servizi.
In questo senso la sua può es-
sere considerata una pro-
messa infranta, almeno in
parte. Forse allora è giunto il
momento che le singole PA si
diano da sole quelle compe-
tenze promesse da CONSIP,
dotandosi di una figura in
grado di analizzare le esi-
genze dell’organizzazione e
stabilire cosa cercare sul mer-
cato. Un Facility Manager in
ogni PA forse non è solo un
sogno. Forse è la risposta che
tanti stanno cercando.
E le PA più evolute l’hanno
già dimostrato.
L’evoluzione
dell’amministrazione
Seppur a fatica, anche
il settore pubblico
indirizza verso un
modello di
organizzazione che
non sia solo
contenimento dei
costi ma anche
progettazione
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a cura di IFMA Italia
Parla il presidente
di Romeo Gestioni:
l'amministrazione
statale deve cambiare
mentalità per
diventare una
azienda al servizio
del cittadino.
E il FM deve essere
il modello
Mariantonietta Lisena
Il problema è la
resistenza passiva,
l’abitudine all’inerzia,
la mancanza di
responsabilità