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L’ufficio
è meglio high-tech
Roberto Cigolini*
L’evoluzione delle azien-de impone anche un nuovo modello di realtà lavorative: non più un involucro fisico da suddi-videre in base alle gerar-chie, ma una gestione degli ambienti che tenga conto del loro reale utiliz-zo e che favorisca la col-laborazione professiona-le. Anche alla luce della rivoluzione tecnologica e delle modificate esigenze di mobilità e flessibilità. Punto per punto, uno schema per una nuova idea di produttività
Il posto di lavoro sta cambiando e le valutazioni relative all'uso dello spazio si stanno facendo sempre più comples-se. Oggi è perciò ancora più importan-te che in passato non commettere un errore comune nella pianificazione dello spazio, ovvero quello di trasfor-mare il tasso di utilizzo (la quantità di metri quadrati di spazio allocato per persona) nel valore più importante per misurare come le persone utilizzino lo spazio per lavorare.
Molte organizzazioni guardano al tasso di utilizzo come un obiettivo da rag-giungere o un punto di riferimento car-dinale, rischiando così di ipersemplifi-care il problema, ignorando alcuni fon-damentali aspetti relativi all'uso dello spazio quali:
• le esigenze dell’azienda;
• la varietà degli utenti che utilizzano lo spazio (tempo pieno, part-time, lavoro a turni, ecc);
• metodologia di misurazione; • costo effettivo dello spazio; • età dell’edificio.
La pianificazione strategica non può perciò essere basata solo sul tasso di utilizzo, ma deve considerare anche altri elementi quali il costo totale per dipendente, il totale dei metri quadrati di proprietà e in leasing, il rapporto tra uffici chiusi e postazioni di lavoro in open space, la soddisfazione del clien-te interno, lo spazio libero ancora a disposizione dell’azienda e la necessità di individuare ed eliminare spazi di supporto ridondanti.
Tutto ciò è ancora più vero in una fase come quella che attraversiamo in que-sti anni, caratterizzata da una veloce e profonda evoluzione dello stile di lavo-ro. Solo per fare un esempio, sta ormai scomparendo l’idea del lavoro come attività centrata sull’individuo e carat-terizzata da un flusso organizzato di informazioni. Oggi, il flusso di lavoro è molto più organico e il nostro modo di lavorare è ben più collaborativo che in passato. E se è vero che una volta si lavorava soprattutto con coloro che sedevano nelle immediate vicinanze, oggi l’attività viene svolta con colleghi che possono essere ovunque nel mondo. La visione tradizionale dell’uf-ficio era quella di un involucro fisico che conteneva tutte le attività. Il posto di lavoro ad alte prestazioni di oggi è invece in grado di ospitare l’atti-vità non in un unico luogo, ma in più ambienti aperti e chiusi.
L’ufficio deve allora sapersi adattare a concetti come flessibilità, mobilità e lavoro di squadra.
*Professore di Quality Facility Management e di Operations Management presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.
Si ringraziano la dott.ssa Angela Sposato (ex allieva del Politecnico di Milano) e la dott.ssa Sabrina Capece di Unicredit Real Estate
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