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Reg. del Trib. di Milano n. 428 del 29/6/1996 Iscrizione nel Registro Nazionale della Stampa n. 6966 del 25/10/99.
Semestrale Anno XIV numero 75 gen- lug 2011
Edito da:
IFMA Italia
Sede redazione
V.le Lombardia, 66 20131 Milano Tel. 02/28851611 Fax 02/28851623 e-mail: gestire@ifma.it sito: www.ifma.it
Direttore
Mariantonietta Lisena
Direttore Responsabile
Maurizio Zottarelli
Capo Redattore
Maria Elisa Dalgrì
Hanno collaborato a questo numero:
Francesca Biraghi Andrea Boido Roberto Cigolini Elisa Melzi Ilaria Pristerà Paola Pristerà Roberto Perotta Francesca Zinzi
Progetto grafico
Marco Maria Lantero
Impaginazione
Laura Santarelli Studio Lantero Albiate (MB)
Tipografia
La Grafica s.n.c. Molteno (LC)
Pubblicità
Graziella Mauloni
Abbonamenti
Ilaria Pristerà
Spedizione
in abbonamento postale, pubblicità 45%, art 2 comma 20/b legge 662/96 - Milano
Velocità e
individualismo non significano successo
lui solo soluzioni istantanee e quasi magiche ad ogni problema.
Così facendo però si dimentica che il valore più profondo che questo professionista sa dare all’azienda nasce soprattutto dalla sua capacità di comprendere le esigenze dell’or-ganizzazione e programmare con perizia risposte vincenti sul breve, medio e lungo periodo.
C’è però un secondo stile di pensiero che per-vade in maniera più profonda, e insidiosa, l’intera organizzazione: il focus eccessivo sul-l’individualità.
Le aziende non sono, o meglio non dovrebbero essere, grup-pi di singoli che perseguono obiettivi personali, ma un insie-me organico di ruoli e abilità che devono essere orchestra-te per dare vita ad un insieme che si muove compatto e con la massima efficacia.
Questa dimensione collaborativa oggi rischia di scomparire; il singolo lavoratore tende sempre più spesso a focalizzarsi sui suoi com-piti e obiettivi, ignorando quelli di chi gli siede accanto.
Non è un caso allora se i Facility Manager da noi intervistati in questo numero segnalino l’agevolare il lavoro di squadra come uno dei loro obiettivi principali all’atto di immaginare uno spazio di lavoro.
Il loro è un tentativo di creare un ambiente in cui tutti possano guardarsi in faccia e sappia-no prendersi il tempo necessario per com-prendere in cosa consista esattamente il lavo-ro dell’altro. Aiutarli a realizzare questo obiet-tivo è un passaggio cruciale non solo per ren-dere meno “misteriosa” la professione di Facility Manager, ma anche e soprattutto per creare un’organizzazione davvero degna di tal nome. E portarla al successo.
Il lavoro più difficile è quello che non viene riconosciuto. Lo sanno bene molti dei Facility Manager italiani. Ancora oggi a chi svolge questa professione capita spesso di raccoglie-re in azienda commenti e lamentele che tra-discono una scarsissima conoscenza circa la straordinaria complessità che caratterizza l’at-tività di Facility Management.
Al cliente interno ad esempio capita spesso di fissare la propria attenzione sul malfunziona-mento di un piccolo dettaglio, non conside-rando come quello sia solo un aspetto estre-mamente marginale rispetto all’enorme lavo-ro compiuto per creare un ambiente produtti-vo efficiente. Il Top Management, allo stesso modo, può a volte richiedere soluzioni sbriga-tive per materie che sono in realtà complesse e richiedono quindi decisioni altrettanto pon-derate. È giusto chiedersi, senza troppi fron-zoli, come si possa essere a questo punto dopo ormai quasi vent’anni di impegno nel far conoscere la disciplina.
Certo, questa è una professione che non somiglia a nessun’altra, ma ciò non basta a spiegare perché sia così poco conosciuta in molte aziende. Il problema è forse ben più profondo e va a toccare quella che oggi è la filosofia del lavorare e del vivere, troppo foca-lizzata sulla rapidità, sull’oggi e sullo sforzo individuale. La competizione nei mercati è divenuta frenetica ed ha richiesto alle aziende di imparare a pensare ed agire in maniera veloce, portando ad una virtuosa ricerca di flessibilità ed efficienza; la controindicazione, però, è stata creare uno stile di governo delle organizzazioni che procede con una sola marcia inserita, quella più alta, ed un orizzon-te temporale molto ristretto, dimenticando che i risultati più efficaci e duraturi si ottengo-no solo grazie ad un attento processo di ana-lisi e pianificazione.
In questo contesto, è facile comprendere come la naturale capacità del Facility Manager di rispondere rapidamente ad ogni mutamento nelle esigenze dell’azienda possa recare una tentazione: quella di pretendere da
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