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Come si crea uno spazio ufficio davvero funziona-le? Per cercare di scoprire tutti i segreti e gli aspetti di questa fondamentale attività organizzativa, IFMA Italia ha svolto una inchiesta tra i Facility Manager suoi associati

Parole d’ordine: lavoro di squadra, sostenibilità, flessibilità

Vediamo prima di tutto quali sono gli obiettivi che più spesso i Facility Manager cercano di realizzare all’atto di creare e organizzare uno spazio di lavo-ro. Dalle risposte raccolte in questa mini-inchiesta risulta evidente un fattore di cui spesso si parla analizzando l’uffi-cio moderno, ovvero il grande valore acquisito dal lavoro di squadra. La mag-gior parte dei soci interpellati infatti mette in evidenza come le scelte princi-pali relative allo spazio vengano ora fatte prendendo come principale parametro più le esigenze dei team di lavoro che quelle dei singoli dipendenti.

Helen Pillolo di Novell ad esempio nota: “il nostro personale è diviso in team, quindi il primo passo consiste nell'iden-tificare quante squadre saranno presenti in un ufficio; in seguito ci si confronta con il manager dei singoli team per veri-ficare se sono sorte nuove esigenze lavo-rative che possano richiedere una diver-sa organizzazione dello spazio rispetto al passato. Può ad esempio essere aumentata la frequenza delle loro riunio-ni e quindi i dipendenti preferirebbero non dover percorrere troppa strada per

raggiungere la sala più vicina. Per gli spazi comuni si tende spesso a fare micro survey tra i dipendenti per avere il loro parere sulla modalità e frequenza di utilizzo”.

Abbiamo anche chiesto se nelle scelte relative in particolare agli arredi abbia più peso il concetto di sostenibilità o l’e-stetica. Come forse era facile attendersi, quello che abbiamo ricevuto è stato quasi un plebiscito a favore della soste-nibilità.

Mauro Poli di Max Mara ha però offerto uno spunto interessante anche per future discussioni: “la tentazione oggi è senz’altro quella di rispondere “sosteni-bilità” in modo perentorio, ma se io dovessi sbilanciarmi direi senz’altro “estetica”. Perché di vera e buona esteti-ca non se ne vede poi molta negli ambienti di lavoro.

Con questo non voglio dire che conti solo il “bello” fine a se stesso, ma che, se per la nostra casa, il nostro abbigliamento, la

nostra auto l’ideale è avere qualcosa di bello, allora non vedo perché debba fare eccezione proprio il luogo di lavoro, dove fra l’altro si trascorre la maggior parte della giornata”.

Detto questo vi è comunque un consen-so generale sul fatto che ogni azienda fa storia a sé e che l’obiettivo da raggiunge-re di volta in volta dipende dalle esigen-ze e dalle caratteristiche di quella parti-colare organizzazione. Come fa notare Paolo Achilli di Sky Italia: “l’organizza-zione degli spazi di lavoro è strettamen-te legata al tipo di attività svolta. Il punto fondamentale perciò è conoscere e valu-tare al meglio l’organizzazione. Open space, uffici singoli, spazi multifunziona-li sono tutte soluzioni valide se “cucite su misura” per l’attività quotidiana”. Mirna Gelleni di Unicredit Real Estate ha però una precisazione in merito: “è vero che molto dipende dal tipo di lavoro che si deve svolgere; ma è anche vero che purtroppo non si può vincolare un

Così ti costruisco l’ambiente ideale

Maria Elisa Dalgrì

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