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Stato e Facility
L’intervista
• La gara per il Nuovo Polo Ospedaliero del Trentino: PVB Solution è tra i protagonisti all’interno
di consorzio di imprese locali in cordata con Impregilo e Codelfa
• Cofely propone Think Green, un piano
di comunicazione per l’efficienza energetica
Nella Pubblica Amministra-
zione non solo c’è spazio per ac-
cogliere il FM, ma anche le
possibilità per realizzare grandi
progetti in grado di avere rica-
dute positive su tutta l’economia.
Purtroppo esiste anche un blocco
culturale che sbarra la strada a
questa evoluzione, come ci rac-
conta Claudio Levorato, presi-
dente di Manutencoop Facility
Management.
Si può fare del vero Facility Ma-
nagement nella Pubblica Ammi-
nistrazione?
Sì. Se ancora non è stato fatto è
solo per la mancanza di una
reale volontà in proposito e di
strumenti adatti. E questo mal-
grado si tratti di una strada molto
vantaggiosa per la PA, dato che
le consentirebbe di rendere fles-
sibili molti dei suoi enormi costi,
aprendo la via a una loro dimi-
nuzione permanente nel tempo.
Qual è allora il freno a questa
evoluzione?
La volontà di tenere al proprio in-
terno delle funzioni erronea-
mente giudicate come sensibili,
ma che lo sono solo per chi le ri-
copre attualmente e vuole man-
tenerle per questioni di prestigio
e potere. Manca poi una visione
e gestione unitaria del patrimo-
nio immobiliare. C’è troppa
frammentazione e una netta divi-
sione tra chi deve gestire il patri-
monio e chi lo utilizza.
Come si può agire sugli sprechi?
Se la PA affidasse in gestione ad
operatori del facility le singole
postazioni di lavoro, con tutta la
miriade di servizi ad esse colle-
gati, già potrebbe togliersi un
enorme peso dalle spalle. Ave-
vamo anche presentato a Consip
un progetto che andava in que-
sta direzione. Le Pubbliche Am-
ministrazioni dovrebbero solo
indicare al gestore del servizio
quante persone necessitano di
una postazione e poi sarebbe il
gestore stesso a occuparsi di tutto
il resto, dal trovare lo spazio
adatto, al renderlo idoneo e a ge-
stirlo nel tempo. E, soprattutto, la
PA pagherebbe solo per le posta-
zioni di cui di volta in volta ha
realmente bisogno, portando al
massimo quella flessibilità di cui
parlavamo prima.
Molto si potrebbe fare anche
solo in termini di miglioramento
dell’efficienza energetica del pa-
trimonio pubblico.
A proposito di questo abbiamo
recentemente stimato che inter-
venti da 20 miliardi di euro su 85
milioni di metri quadri di scuole
e uffici che possono generare un
risparmio annuo di 630 milioni.
Un investimento notevole che
può essere finanziato anche con
capitali privati, portando tra l’altro
un effetto positivo sul PIL lungo
non meno di una decade e pari,
almeno inizialmente, a un au-
mento di più dell’1%. Sarebbe poi
il privato a beneficiare di quei 630
milioni di risparmio, ma avremmo
anche notevoli ricadute per tutta
la comunità: un patrimonio im-
mobiliare pubblico efficiente dal
punto di vista energetico e 630
milioni in meno di investimenti al-
l’estero per comprare energia.
Un investimento di 20 miliardi
però necessita di un ritorno ben
maggiore di 630 milioni annui
per divenire appetibile.
Certo, richiederebbe almeno il
doppio, ma ci sono tutte le pos-
sibilità per garantirlo. L’incre-
mento citato in precedenza
dell’1% sul PIL porta nelle casse
dello Stato una cifra pari circa
allo 0,5% del PIL sotto forma di
tasse e contributi. E si tratta di
un’entrata totalmente gratuita,
perché la PA non ha dovuto fare
alcun lavoro o investimento per
generarlo. Questa cifra potrebbe
perciò essere impiegata in misure
compensative di carattere fiscale
per assicurare al privato un ri-
torno soddisfacente del suo inve-
stimento iniziale di 20 miliardi.
La PA richiede un
piano capace di
ridisegnare la
gestione dei servizi
pubblici. E il ruolo
del FM può essere
decisivo.
Ne parliamo con
Claudio Levorato
Non solo spending, ma nuove idee
Come giudica Consip?
Una promessa non mantenuta.
È una semplice stazione appal-
tante, ma nell’idea originaria di
Visco doveva supportare passo
per passo la PA nei suoi acquisti
di servizi ed essere anche di sti-
molo per il settore del FM, svi-
luppandone l’industria.
Ed era un approccio corretto,
perché quello del Facility Ma-
nagement è un settore che, per
le sue caratteristiche, difficil-
mente può esplodere se non rie-
sce ad entrare compiutamente
nel Pubblico.
E non sono nemmeno tanto si-
curo che riesca effettivamente a
far ottenere dei semplici risparmi
alle Amministrazioni: Consip as-
sicura uno sconto su di un listino
prezzi, ma alla PA che utilizza la
convenzione manca una serie
storica dei costi che le garantisca
che in tal modo otterrà risparmi
rispetto a prima.
Mariantonietta Lisena
Consip è una
promessa mancata.
Così è una semplice
stazione appaltante
che non crea sviluppo
Fonte immagini:
Archivio Manutencoop
Claudio Levorato
www.hw-style.it
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