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Attilio NavarraPresidente e Consigliere Delegato di Italiana Costruzioniregia concessioneLa Villa Reale di Monza, caso unico di project finance per un bene monumentale. La storia di un’esperienza modello. E i motivi per cui non è stata mai replicata.La Villa Reale di Monza racchiude tra le sue mura quasi due secoli e mezzo di Storia. Purtroppo, negli ultimi decenni, è anche assurta a simbolo del degrado e dell’ab- bandono che affliggono troppi dei monumenti italiani. Nel 2012 un progetto, innovativo per il nostro Paese, di partenariato pubblico privato ha voluto rimediare una volta per tutte al problema, per do- nare alla Villa Reale almeno parte del suo splendore passato.Attilio Navarra, Presidente e Con- sigliere Delegato di Italiana Co- struzioni, società di quel Gruppo Navarra che rappresenta il lato pri- vato di questo project finance, fa un bilancio dei primi anni di questa esperienza, tra successi e ostacoli difficili da abbattere.Come è nato questo progetto?Come appalto pubblico istituito dalla Regione Lombardia tramite Infrastrutture Lombarde nel 2012. Si tratta di un capitolato molto complesso, nonché il primo, e pur- troppo ancora unico, esempio di project finance applicato a un bene monumentale. Quest’ultimo fatto- re di per sé ha comportato grandi difficoltà, dato che non avevamo esperienze precedenti che potes- sero servirci da punti di riferimen- to. Non è un caso che per la gara si siano proposti solo due gruppi.Cosa vi ha convinto a partecipare?Quello artistico è un ambito in cui ci muoviamo da tempo; negli ulti- mi vent’anni abbiamo preso parte a tutti i più importanti progetti direstauro monumentale. Pensava- mo perciò di avere l’esperienza e le competenze adatte per un proget- to tanto difficile.In quali condizioni era l’edificio?Per nulla buone. C’erano gravi pro- blemi strutturali e tetti e solai in pessime condizioni. La Regione ha evidentemente avvertito l’urgenza di intervenire e ha avuto il corag- gio di farlo con la formula, inedi- ta per un bene del genere, di un partenariato pubblico privato. Una scelta che credo si sia dimostrata vincente.L’appalto era relativo all’intera Villa Reale?No, al solo corpo centrale, quindi circa il 35% della superficie totale. Lo stanziamento è stato di 26 mi- lioni, 6 dei quali da capitale priva- to e i restanti 20 da fondi pubblici. Il bando mirava a individuare un soggetto che restaurasse e gestis- se la Villa Reale, restituendola poi in condizioni perfette alla scaden- za dell’appalto nel 2032. La fase di progettazione è durata un anno e mezzo, il restauro vero e proprio invece 25 mesi, con lavori termina- ti nel settembre 2014.Nel corso dell’opera avete incon- trato molte resistenze da parte di comitati cittadini, nate probabil- mente dalla paura che il privato si appropriasse di un bene pubblico e in qualche modo lo snaturasse. Sono paure che posso capire. Se un bene prezioso come la Villa Reale viene dato in gestione a un privato


































































































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