Presente e futuro del FM
Data di pubblicazione: 22 SET 2011
Faccia a faccia con Mario Codazzi, Presidente di IFMA Italia, che ci parla del presente e del futuro del mercato, dello stato della professione del Facility Manager in Italia e dell’imminente Facility Management Convention.
Quali sono le attuali e future prospettive per il rnercato del FM e come sta reagendo alla crisi?
Il lato della domanda oggi si presenta sul mercato del FM soprattutto con l’obiettivo di realizzare una riduzione dei costi. E visto l’attuale, lungo periodo di crisi, questo è assolutamente comprensibile. Le società di FM dal canto loro non possono che rispondere a tale richiesta seguendo i dettami della disciplina e cercando quindi soluzioni innovative per coniugare la riduzione delle spese con un miglioramento nella qualità dei servizi. Si tratta di un’impresa non semplice di per sé, che oggi appare ancora più ardua che in passato e che richiede quindi una nuova strategia d’azione. Vediamo perciò che molte società stanno iniziando a segmentare la loro offerta, specializzandola in base al settore merceologico di provenienza dei clienti. Uno stesso servizio infatti acquisisce un significato ben diverso a seconda della realtà in cui è inserito, soprattutto nel caso di settori particolari come quello farmaceutico, quello alimentare o ancora quello bancario. In quella che secondo me è un’evoluzione naturale, le società di FM stanno puntando perciò a specializzarsi in diversi e particolari segmenti di domanda, acquisendo competenze che prima non avevano per offrire ai loro clienti un servizio che risponda davvero e in piano alle loro reali necessità e alla particolare natura del loro business.
La professione del Facility Manager in Italia quanto é vicina a conquistare il ruolo strategico e di top management che le compete?
Senz’altro più di qualche anno fa, ma non ancora abbastanza, a mio parere. Troppe aziende compiono ancora il grave errore di sottovalutare il peso strategico dei servizi di supporto e il loro impatto decisivo sui destini dell’azienda. Così facendo, finiscono inevitabilmente per non dare il giusto valore anche a chi ha il compito di gestire questi servizi. E, soprattutto, a non riconoscere quanto sia unica una figura che racchiude in sé competenze di ogni genere, da quella tecnica a quella strategica, da quella relazionale a quella di problem solving.
A suo parere, il settore del FM sta portando il contributo che in tanti auspicavano per aiutare le aziende a uscire dalla crisi?
Io credo che il settore abbia già fatto molto e che il prossimo passo spetti alle aziende. Se vogliono davvero sfruttare tutto l’aiuto e il valore che il Facility Management può portare loro devono prima riconoscerne l’essenza, che non è certo quella di mero strumento per tagliare i costi.
Ancora troppe aziende interpretano il Facility Management in un’ottica reattiva che è quanto di più lontano possa esserci rispetto alla filosofia di questa disciplina. Capita così che si rivolgano al Facility Manager solo quando si rendono conto che le proprie strutture interne non reagiscono con la velocità e la flessibilità che il mercato richiede. Affrontare le necessità solo quando si presentano mette l’azienda nelle condizioni di dover sempre rincorrere. Il Facility Manager invece è una figura che dà il meglio di sé quando è posto nelle condizioni di poter anticipare le esigenze della propria organizzazione.
Lo stesso discorso vale per il ricorso alle società di FM: rivolgersi a loro solo per ottenere una riduzione dei costi vuol dire sfruttare il 10% delle loro potenzialità. Per poter godere a pieno delle loro capacità sarebbe invece necessario vedere in loro dei partner strategici, capaci non solo di anticipare e prevenire i problemi piuttosto che semplicemente risolverli, ma anche di far crescere la competitività del cliente.
Manca ormai poco alla dodicesima edizione della Facility Management Convention. Come si è evoluto questo evento nel corso degli anni e quali nuovi significati ha guadagnato?
Alla sua nascita la FMC aveva forse più le caratteristiche di una vetrina per il mercato dei servizi e del Facility Management in generale. Ben presto però ha iniziato un rapido processo di evoluzione che l’ha condotta allo stato attuale di manifestazione di punta per tutto il settore. Negli anni abbiamo visto crescere in maniera esponenziale sia lo spettro di temi trattati, sia la profondità del processo di analisi a cui vengono sottoposti. Oggi il valore della FMC come unico evento in grado di fotografare presente e futuro della disciplina credo sia ormai indiscutibile.
Per le prossime edizioni mi auguro che questo evento possa continuare ad ampliare la sua sfera di interesse, andando a toccare tutti i settori che possono beneficiare del Facility Management. Allo stesso tempo mi auguro che possa dare sempre più visibilità ai Facility Manager per far guadagnare loro il giusto ruolo all’interno di ogni azienda. Un obiettivo, quest’ultimo, a cui contribuisce già in maniera decisiva anche l’attività di formazione di IFMA Italia.
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