Quanto segue è un estratto dall'articolo “Studying Varied Sustainability Perspectives” di Bill Conley, apparso sul numero di maggio-giugno 2011 della rivista FMJ.
Negli ultimi 15 anni l’ambiente di lavoro ha attraversato dei grandi cambiamenti, ma la vera rivoluzione deve ancora arrivare e sarà il fattore generazionale a provocarla. Il profondo mutamento che investirà filosofia, regole e prassi del luogo di lavoro rende necessario individuare un fattore unificante, capace di trarre il meglio dalle nuove correnti generazionali emergenti all’interno dell’azienda focalizzandole su di un obiettivo comune.
Si possono individuare dei tratti distintivi per ognuna delle quattro generazioni attualmente presenti in azienda: Tradizionalisti, Baby boomer, Generazione X, Generazione Y (figura 1). Questi tratti sono validi elementi su cui far leva per creare un ambiente di lavoro più funzionale, armonizzando le diversi attitudini e caratteristiche generazionali nel segno della sostenibilità. Introdurre quest’ultimo concetto in azienda passa necessariamente per il fare apprendere nuove pratiche e procedure alla forza lavoro. Questo processo formativo è una buona opportunità per cementare lo spirito di squadra, coinvolgendo rappresentanti di tutte le generazioni.
I valori alla base della sostenibilità possono essere presentati in forme diverse, ognuna studiata per essere recepita al meglio da uno dei quattro gruppi generazionali presenti in azienda. A patto, chiaramente, di individuare prima quali siano i valori e le motivazioni di ciascuno di questi settori anagrafici, soprattutto in riferimento al tema della cura dell’ambiente
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Studi mostrano la presenza di alcune percezioni comuni tra gli individui che compongono ciascun gruppo:
Tradizionalisti: esprimono una certa preoccupazione per le generazioni future, ma si sentono privi della possibilità di incidere in maniera significativa sul futuro dei più giovani.
Baby boomers: appaiono divisi in due correnti, coloro che vedono nella sostenibilità uno strumento per aumentare le proprie entrare o guadagnare potere in azienda e coloro che non percepiscono ancora il valore delle posizioni ambientaliste.
Generazione X: si mostrano molto attenti ad alcuni temi specifici, come lo sfruttamento delle risorse naturali e lo smaltimento dei rifiuti, e meno ad altri, come ad esempio riscaldamento globale.
Generazione Y: concordano sui rischi del riscaldamento globale, ma si mostrano incerti sui mezzi che da parte loro possono mettere in atto per contrastarlo. A tal proposito c’è però da notare che certe misure mirate alla sostenibilità, come quelle relative al risparmio idrico e la raccolta differenziata, sono ormai così tanto connaturate nel loro modo di pensare e agire che non ne percepiscono più il valore e l’importanza.
Vediamo ancora più nel dettaglio le caratteristiche di questi quattro gruppi per meglio comprendere su quali leve agire per condurli verso un obiettivo comune.
Tradizionalisti
Sono i lavoratori più anziani e con più esperienza, hanno ormai passato l’età del pensionamento e per la maggior parte stanno rapidamente abbandonando il luogo di lavoro (figura 2). Nel farlo, purtroppo i Tradizionalisti portano con sé un grande bagaglio di competenze, abilità e saggezza che sarà davvero arduo rimpiazzare.
Gli impiegati che appartengono a questa generazione sono nati nel periodo della seconda guerra mondiale. Possiedono una forte etica del lavoro, sono abituati a seguire le regole e mostrano un grande attaccamento alla loro azienda e al loro Paese. La chiave per coinvolgere questi lavoratori sui temi della sostenibilità passa proprio dalla loro fede nei valori dell’organizzazione e dell’obbedienza.
Questa generazione è cresciuta durante un periodo di grande crisi ed è perciò sempre pronta a fare sacrifici per il bene comune. Molti degli appartenenti a questo gruppo ricoprono posizioni senior in azienda. Comunicare a questi lavoratori che si tiene in grande conto la loro esperienza e la loro opinione riguardo alla sostenibilità può disporli positivamente verso questo tema e quindi assicurare il loro sostegno a tutte le iniziative collegate.
Essendo inoltre abituati a rispettare l’autorità e a fidarsi dello Stato, i Tradizionalisti rispondono in maniera molto positiva e supportano tutte le leggi e i regolamenti relativi all’efficienza energetica, al risparmio idrico e alla diminuzione dei gas serra.
Baby boomers
I Baby boomers stanno diventando la forza lavoro più anziana in azienda: ogni giorno sono circa 10000 gli appartenenti a questo gruppo che passano la soglia dei 60 anni. Molti degli appartenenti a questo gruppo godono di un potere significativo nelle organizzazioni. Anche per questo, i Baby boomer possono rappresentare il più grande ostacolo all’adozione di pratiche sostenibili in azienda.
Sono in genere persone molto orientate alla famiglia, cresciute in ambienti familiari sani e sicuri in cui mancava il senso oppressivo della disciplina che aveva accompagnato lo sviluppo della generazione precedente.
I Baby boomer rappresentano la porzione numericamente più consistente della forza lavoro e, come già detto, sono anche quelli che con più probabilità occupano le posizioni manageriali nelle aziende. Ciononostante guardano con sospetto al potere costituito e tendono a sfidare continuamente autorità e convenzioni.
La via per guadagnare il loro supporto verso tematiche come quelle delle sostenibilità passa dal riconoscere il loro potere e la loro competenza e dal farli sentire necessari e al centro dell’attenzione. Messaggi di questo genere possono condurli a promuovere la collaborazione e lo spirito di squadra, soprattutto se si suggerisce che ciò consentirà loro di soddisfare un’altra forte necessità, ovvero quella di ottenere il rispetto dei lavoratori più giovani. Saranno ancora più disposti alla collaborazione nel caso si riesca a dimostrare che la sostenibilità porterà benefici diretti a loro e alle loro famiglie
D’altra parte, anche se convinti che il loro coinvolgimento possa davvero fare la differenza, saranno comunque portati a contestare ogni informazione e a dubitare del valore di ogni pratica o iniziativa proposta. Questa generazione infatti fatica a riporre fiducia negli altri, problema che spesso finisce per minare alla base tutte le forme di impegno comune e collaborazione in cui vengono coinvolti. Non è infatti raro che i Baby boomer provochino scismi all’interno dei gruppi, o si scontrino duramente con altri su differenze di tipo filosofico invece di riconoscere l’esistenza di un obiettivo comune.
Queste persone comunque credono nell’eguaglianza dei diritti e delle opportunità e sono disposte ad assumersi tutte le responsabilità necessarie a portare un significativo cambiamento se reputano che le motivazioni di fondo siano giuste. È perciò determinante far comprendere loro il valore, economico e filosofico, dei principi della sostenibilità.
Generazione X
Gli appartenenti a questo gruppo sono sparsi trasversalmente lungo tutti i livelli del management delle odierne organizzazioni. Molti di loro sono laureati, essendo cresciuti in anni caratterizzati da una forte enfasi sul valore dell’educazione e della carriera.
Sono convinti dell’importanza di lavorare sodo, ma solo nella misura in cui può portare benefici monetizzabili. La domanda che si pongono più spesso infatti, e che guida le loro azioni professionali, è “cosa ho da guadagnarci?”.
Eccellono nel raggiungere gli obiettivi di breve termine e nel problem solving, ma spesso hanno grandi difficoltà a cogliere il quadro più ampio e generale delle cose.
Molti rappresentanti della Generazione X lavorano sotto la supervisione dei Baby boomer, elemento che è alla radice di diversi problemi. Chi appartiene alla Generazione X infatti di solito diffida dei Baby boomer e dei loro valori, mostra poca fedeltà nei confronti dell’azienda e tende a sfidare costantemente lo status quo. Indipendenti e individualiste, queste persone sono contraddistinte da una “mentalità da consumatore” e quindi, di fronte ad una scelta, danno grande valore alla fase di raccolta delle informazioni. Puntano ai risultati, sono sempre in cerca di lavori appaganti, mostrano grande spinta verso l’innovazione e sono in grado di fornire ottime prestazioni, ma solo se forniti degli strumenti adeguati.
Il loro senso del dovere è leggermente inferiore rispetto a quello delle due generazioni precedenti ed è perciò necessario motivarli e supervisionarli costantemente se si vuole che eseguano i compiti assegnati. Preferiscono comunque ricevere semplici indicazioni piuttosto che essere oggetto di un controllo intrusivo e non amano l’autorità, fattore che di per sé rappresenta un problema.
Questo gruppo ha il potenziale per colmare il gap tra le generazioni più giovani e quelle più vecchie. Le loro caratteristiche, e le posizioni sempre più elevate ricoperte oggi in azienda, danno loro lo spazio e il potere per fare molto in termini di politiche aziendali sostenibili. Il miglior modo per motivarli è far leva sulla loro autostima e sulla possibilità di ottenere successi in futuro e mostrare loro l’esistenza di un legame diretto tra la cura dell’ambiente e le cose a cui tengono maggiormente, come ad esempio la famiglia.
Generazione Y
Presenti in buon numero all’interno delle aziende, i rappresentanti di questo gruppo sono purtroppo anche il cuore dell’odierna “carenza di abilità” all’interno delle organizzazioni, una crisi direttamente collegata anche alla tendenza di Tradizionalisti e Baby-boomer a non trasmettere a nessuno il loro know-how.
Rispetto a chi li ha preceduti, gli appartenenti alla Generazione Y mostrano una maggiore apertura verso le nuove idee e la sperimentazione e sono capaci di utilizzare la tecnologia con una padronanza ben superiore agli altri tre gruppi descritti. La loro posizione in azienda è di solito di basso management o di semplice impiegato.
Questa generazione è anche la più istruita, si percepisce come parte di una comunità senza barriere geografiche e mostra quindi una grande spinta alla globalizzazione. Queste persone investono molto sulla loro professione, sono orientate ai risultati e mostrano una grande tenacia nello svolgere i compiti assegnati. Presentano inoltre un alto senso morale e una maggiore spiritualità rispetto ai gruppi precedenti.
Chi appartiene alla Generazione Y è sempre molto attento a far rispettare i propri diritti e desidera che gli siano affidate subito delle responsabilità, a prescindere dal ruolo che ricoprono. Pretende, però, anche di sapere il perché gli sia stato affidato un certo compito e qual è il valore generato dal loro contributo.
Sebbene individualisti, i lavoratori della Generazione Y sono ben disposti verso il lavoro di gruppo, si trovano a loro agio nei team e desiderano lavorare in un ambiente fortemente collaborativo. Cercano anche costantemente un mentore e quindi accettano immediatamente la guida dei lavoratori più anziani ed esperti, un elemento su cui è facile far leva per spingerli a mettere in atto progetti e pratiche volte alla sostenibilità. Va però chiarito che riconoscono grande valore alla competenza, non alla semplice anzianità; rispondono perciò poco e male alle sollecitazioni di chi agisce in maniera autoritaria o di chi vuole essere rispettato solo in virtù di una posizione gerarchica superiore.
Una buona strada da percorrere per coinvolgere gli appartenenti alla Generazione Y sul tema della sostenibilità è perciò quella di affidarli a una guida esperta e competente e di metterle in gruppo con altre persone creative, dando loro un progetto finalizzato alla cura per l’ambiente.
Opportunità
Le generazioni X e Y diventeranno presto le forze dominanti in azienda e nel farlo spazzeranno via gli ultimi resti dei valori e delle usanze che hanno segnato il luogo di lavoro tradizionale.
In particolare, più gli appartenenti alla Generazione Y conquistano spazio nelle aziende, più diviene evidente come non abbiano alcun interesse nel perpetuare gli stili di lavoro dei loro predecessori. La generazione Y si sta rivelando quella che investe più sui propri bisogni rispetto alle precedenti; è come se fosse la Generazione X che si muove al doppio della velocità e con un’autostima ancora più elevata. Questi fattori, se combinati con il know-how e la guida dei lavoratori più esperti, può facilitare un generale mutamento della coscienza ambientale nelle organizzazioni.
Punti comuni
Ci sono, chiaramente, qualità che trascendono l’età e che appartengono a tutti i gruppi: etica, eguaglianza e senso della comunità. Questi tre ingredienti chiave non sono specifici di una generazione, né di un genere sessuale o di una cultura. Sono validi sia per gli uomini che per le donne, per americani e africani, per europei e asiatici.
Coniugare questi tratti con il rispetto per l’autorità dei tradizionalisti, con la tendenza al trasformismo e con la volontà di far la differenza dei Baby-boomer, con la ricerca dei risultati e con il pensiero globale della generazione X e con la disponibilità della generazione Y a essere guidati e a voler far parte di una comunità globale preoccupata per l’ambiente, porta alla creazione di un team davvero dinamico. Dirigere un gruppo così composto verso l’obiettivo della sostenibilità può garantire il raggiungimento di risultati davvero significativi.
Tratto da: Studying Varied Sustainability Perspectives
Di Bill Conley
FMJ, Maggio-Giugno 2011