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Pochi aspetti della vita e del funzionamento dell’azienda si presentano tanto vari e ricchi di spunti interessanti quanto le politiche legate al welfare. Si tratta di un campo, infatti, che lascia un ampio spazio alla creatività, ma che richiede anche di saper coniugare questa inventiva con una seria capacità organizzativa. Per individuare alcune delle iniziative più significative ed avere un piccolo spaccato di come le aziende si pongano nei confronti di questa materia, abbiamo realizzato una serie di interviste ai Facility Manager soci di IFMA Italia.
C’è, in primo luogo, un elemento di natura organizzativa che risulta evidente dalle interviste e che è giusto far notare: l’attività di welfare, almeno nella sua fase progettuale, ricade tipicamente sotto la responsabilità dell’Ufficio Risorse Umane, mentre la struttura di Facility Management viene di solito coinvolta solo nella fase di realizzazione o nel momento in cui questi progetti richiedono una modificazione nei processi relativi ai servizi. Tra tutte le aziende intervistate, infatti, solo Silverio Donghi H.R. Activities & Facilities Mgr di Kraft Foods Italia Service indica il Facility Department come “l’attore principale, anche se non l’unico, dei progetti di welfare aziendale, dato che non si limita a gestirli, ma spesso li propone e li progetta anche”.
La materia del welfare aziendale si caratterizza di solito per la grande varietà di iniziative che possono essere realizzate nell’ambito di questa strategia. Una eterogeneità che risulta anche dalle nostre interviste. Laura Tresoldi, VP Human Resources Italy and Membership Travel Services International di American Express, ad esempio nota come l’azienda realizzi “diverse iniziative mirate ad aiutare i propri collaboratori nel bilanciamento della vita familiare e lavorativa. Attraverso convenzioni ad hoc, tutti i collaboratori possono beneficiare di agevolazioni economiche presso i principali centri medici, le palestre e i centri commerciali limitrofi alle sedi di lavoro, nonché con istituti bancari per l’erogazioni di prestiti, apertura conti e concessione mutui. Periodicamente, l’azienda istituisce servizi di consulenza per i dipendenti, mettendo a disposizione i propri spazi per ospitare consulenti esterni medici e di servizi bancari e assicurativi; ogni anno è presente nei locali aziendali anche il servizio CAAF messo a disposizione dei collaboratori per consulenza di tipo fiscale. Abbiamo anche approntato uno sportello bancomat all’interno della sede, così da facilitare al massimo il prelievo di denaro in caso di necessità. Inoltre, per venire incontro alle crescenti esigenze di accesso al credito da parte dei collaboratori, l’azienda offre ai propri dipendenti la possibilità di accedere ad un prestito personale fino a 5.000 euro a tassi agevolati”. A detta dei nostri intervistati, proprio le diverse convenzioni in ambito assicurativo, bancario e medico sono quelle più apprezzate dai dipendenti delle loro aziende: “Anche noi” afferma Marco Grassi Facility Manager Professional di Eli Lilly Italia “abbiamo realizzato qualcosa di simile, con delle convenzioni per agevolare la stipula di assicurazioni sulla vita ed uno sportello interno alla nostra sede riservato a due agenzie di assicurazioni. A questo vanno ad aggiungersi due sportelli bancari, aperti per due giorni a settimana, ed uno affidato ad un gestore di telefonia”. Il ventaglio di convenzioni offerto nelle aziende degli intervistati spazia comunque oltre questi campi per andare a toccare gli ambiti più disparati, dalle palestre e alle iniziative culturali, passando per accordi con negozi e catene commerciali appartenenti virtualmente ad ogni categoria merceologica.
Un gruppo di attività di welfare interessante è quello relativo all’area del supporto di tipo psicologico e sociale. Le misure, in questo caso, vanno dalla presenza in sede di un assistente sociale, come nel caso di G.D., multinazionale del settore tabacco, alla creazione di uno sportello di counseling psicologico come segnalato da Kraft, fino al caso di American Express che offre ai suoi dipendenti addirittura una sorta di “telefono amico” attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Le iniziative particolari in questa area sono comunque davvero innumerevoli: Eli Lilly Italia in collaborazione con l’Università Bocconi ha creato una struttura interna permanente, denominata DiversaMente, che si propone di “rimuovere ostacoli pratici e culturali che possono compromettere lo sviluppo di ogni dipendente”. Allo stesso modo un’altra azienda, particolarmente attiva su questo versante, ha istituito un vero e proprio sistema di servizi sociali interni che includono, tra le altre cose, consulenze gratuite su problematiche familiari, abitative, lavorative e soprattutto interventi di Housing Sociale, che iniziano già nella fase di selezione del personale e che mirano ad individuare opportunità abitative temporanee soprattutto per i neo assunti.
Altra misura di welfare che i nostri intervistati percepiscono come particolarmente apprezzata da parte del personale riguarda un bene che nella società odierna è considerato ormai fondamentale: “il tempo”. Il caso di Mattel è forse uno dei più avanzati, dato che lascia di fatto ai suoi dipendenti la possibilità di gestire in totale autonomia gli orari di presenza in ufficio. Non molto distante è però l’esempio citato da Donghi di Kraft: “Il nostro personale ha la possibilità di usufruire dell’orario flessibile su base mensile, con ingresso libero al mattino fino alle 12 (dopo questo ora si può scegliere se indicare mezza giornata di ferie o un permesso non retribuito). L’uscita è anch’essa libera dopo le 15. Detto in altri termini, ogni dipendente può autogestire l’effettuazione delle 39 ore settimanali previste dal contratto; può ad esempio fare una settimana di 42 ore e, entro il mese, un’altra da 36. L’obiettivo di questo metodo è consentire al personale di gestire necessità familiari e personali, o anche il semplice ritardo dovuto a problemi nei trasporti, senza particolari stress o ansie. Il metodo funziona benissimo ed anzi, è molto più facile che alla fine del mese le persone abbiano fatto un’ora in più rispetto a quanto richiesto dal contratto piuttosto che una in meno.” Nello stesso ambito, seppur molto originale, citiamo l’esempio di American Express, che nel novero dei servizi studiati per consentire ai propri dipendenti di organizzare al meglio il tempo fuori dall’ufficio ha istituito una figura denominata “maggiordomo interno”, cui è affidato il compito di fornire assistenza ai dipendenti nel pagamento delle bollette, del bollo auto e in altre piccole operazioni quotidiane.
Un’ultima categoria di iniziative legate al welfare che abbiamo voluto approfondire con questa piccola inchiesta è relativa ai servizi dedicati ai figli dei dipendenti, come ad esempio l’istituzione di asili nidi interni, campi estivi e ludoteche. In questo gruppo spicca in maniera particolare quanto realizzato da Eli Lilly Italia, azienda che ha studiato un particolare pacchetto di agevolazioni per i dipendenti che decidono di adottare un bambino. Questi benefici includono un prestito aziendale, un permesso retribuito che può raggiungere i dieci giorni, una lettera di referenze e, nel caso di adozioni all’estero in nazioni in cui l’azienda è presente, la segnalazione di alcuni nominativi di riferimento nell’affiliata Eli Lilly del Paese scelto per l’adozione, in modo che il dipendente, una volta giunto sul posto, possa sapere a chi rivolgersi per ogni evenienza o emergenza. Si tratta di un’iniziativa davvero particolare, che però ben simboleggia la volontà di rendere il welfare un processo che attraversa i confini aziendali per andare a toccare anche la vita privata dei propri dipendenti; un tipo di approccio alla materia che nel prossimo futuro è destinato a crescere.