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Il caso della nuova sede della NY Times Company realizzata da Renzo Piano a Manhattan, un palazzo concepito per ridurre la maggior causa di spreco energetico: l’illuminazione. Un progetto che punta, sfruttando al massimo la luce naturale attraverso un complesso sistema di sensori, a ridurre i costi di elettricità del 70% per un risparmio di 300 mila dollari l’anno, ad abbattere le emissioni di CO2 incrementando allo stesso tempo i livelli di comfort
Benché nascosti tra i monumenti allo spreco energetico che disegnano lo skyline di molte città americane, alcuni edifici di nuova creazione o recente ristrutturazione riescono ad attirare l’attenzione dei Property e Facility Manager di tutto il mondo quali esempi di rispetto per l’ambiente e per le finanze delle aziende. Uno di questi è il nuovo quartier generale della The New York Times Company a Manhattan, l’omaggio di Renzo Piano a tutti i progetti che sfruttano l’illuminazione naturale e l’efficienza energetica per migliorare l’ambiente di lavoro e tagliare i costi.
La NY Times Company ha voluto giocare un ruolo attivo nella progettazione di questa abbagliante miscela di open space e pareti di vetro alta 52 piani. E la lungimiranza con cui ha saputo affrontare questa impresa è evidente soprattutto in un passaggio: dotare l’apparato fisiologico del palazzo di un sistema immunitario capace di sconfiggere la più grande fonte di consumo energetico per un edificio commerciale, ovvero l’illuminazione elettrica.
Secondo i dati della U.S. Energy Information Administration, l’organizzazione che ha il compito di fornire statistiche e analisi allo U.S. Department of Energy (DOE), l’illuminazione artificiale è responsabile del 40% dei consumi di elettricità di un edificio ad uso ufficio, percentuale superiore anche a quella attribuibile a riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (il cosiddetto HVAC). Per illuminare un comune edificio di 4.500 metri quadrati oggi vengono spesi annualmente circa 45.000 dollari (33.000 euro). Si tratta di una cifra già considerevole e destinata a crescere in maniera decisa nel prossimo futuro, dato che la U.S. Energy Information Administration prevede che da oggi al 2030 il consumo di energia avrà un incrementato del 45% circa.
Facile perciò comprendere le preoccupazioni del Times davanti alla prospettiva di occupare una nuova sede di 55.000 metri quadrati energeticamente inefficienti. L’azienda ha perciò compiuto due passi cruciali: esigere che il progetto per la nuova sede sfruttasse al massimo la luce naturale e reperire sul mercato la più efficace soluzione disponibile per il controllo dell’illuminazione. Dopo una serie di test questa è stata individuata nel Quantum™ total light management, disegnato e prodotto dalla Lutron Electronics Company, Inc.
“Secondo il progetto, il nostro edificio avrebbe dovuto consumare, di sola illuminazione, 1.28 watt per piede quadrato” dice Glenn Hughes, Director of Construction per la New York Times Company “ma con questo sistema di gestione dell’illuminazione ora ne consuma solo 0.38, ovvero il 70% in meno”.
Si stima che questo guadagno del 70% in efficienza energetica genererà un risparmio annuale di più di 300.000 dollari per l’azienda. E per quanto riguarda l’ambiente, il ridotto consumo di elettricità eviterà ogni anno un’emissione di 1250 tonnellate metriche di CO2 (secondo il DOE, infatti, ogni kilowatt/ora risparmiato previene l’emissione di 862 grammi di CO2 nell’atmosfera).
Il sistema di controllo dell’illuminazione implementato nella sede del Times sfrutta un gran numero di diverse soluzioni tra cui il “daylight harvesting” (ovvero la capacità di sfruttare al massimo la luce naturale grazie all’impiego di una rete di sensori), la regolazione del livello di illuminazione, l’uso di sensori di rilevazione della presenza di persone e un software per controllare e registrare l’impiego di illuminazione nell’edificio. Per il progetto sono stati installati più di 15.000 ballast (circuiti elettronici progettati per pilotare lampade) controllabili digitalmente. Questi costituiscono lo scheletro di un amplissimo apparato di comunicazione che consente al sistema di reagire e adattarsi, costantemente ma impercettibilmente, alla quantità di luce naturale presente nello spazio ufficio.
I sistemi di controllo dell’illuminazione basati sull’utilizzo di ballast regolabili sono più facili da installare e riconfigurare proprio grazie alla loro straordinaria capacità di comunicazione. Questi circuiti scambiano costantemente informazioni tra di loro e con i sensori che registrano la presenza di luce e di persone; è perciò sufficiente collegare anche un solo ballast ai sensori per permettere a questi ultimi un pieno controllo su ciascun punto della rete d’illuminazione. In questo modo il sistema può reagire istantaneamente a qualunque variazione relativa alla presenza di luce o persone nell’ambiente.
Grazie ad un apparato di questo tipo, inoltre, riconfigurare l’illuminazione a seguito di una riorganizzazione dello spazio ufficio non richiede alcun intervento sul cablaggio. Al Facility Manager basterà così la pressione di pochi tasti per adattare i livelli di illuminazione alla nuova disposizione dello spazio, senza dover ricorrere ad una squadra di elettricisti che apra il soffitto per tagliare, spostare e installare i fili.
Il sistema di gestione dell’illuminazione ha consentito al Times di raggiungere tre obiettivi spesso concepiti come contrastanti ma che in questo caso sono parte integrante di uno stesso meccanismo: creare un ambiente di lavoro confortevole, ridurre in maniera sostanziale il consumo di energia elettrica, essere in grado di adattarsi facilmente al mutamento delle esigenze nello spazio ufficio.
Gli impiegati del Times hanno ora la possibilità di regolare il livello di illuminazione secondo le proprie esigenze del momento così da avere, ad esempio, la luce necessaria a leggere un documento stampato, ma abbastanza tenue da non creare un riflesso sullo schermo del computer. Quello che si crea così è un ambiente di lavoro allo stesso tempo più confortevole e produttivo.
Le opportunità di risparmio portate dal sistema di illuminazione adottato dal Times sono molte ed evidenti. La maggior parte degli edifici sono sovrailluminati e non sfruttano adeguatamente la luce naturale, dato che i livelli di luce elettrica sono fissati ad un livello troppo elevato per le effettive esigenze degli occupanti. Inoltre, in molti uffici lo spazio non occupato tende ad essere comunque illuminato. Con un sistema di gestione intelligente, questi problemi scompaiono perché il livello di illuminazione si adatta costantemente ed automaticamente alle effettive necessità dello spazio e degli occupanti, impiegando quindi in ogni momento il minimo indispensabile di energia.
Grazie a questo sistema di illuminazione e ad altre soluzioni adottate, la sede del Times si avvicina al concetto di “net-zero energy building”. Questa espressione indica un edificio caratterizzato da un consumo netto di energia pari a zero in un periodo di dodici mesi. Dato che il 40% dell’energia totale consumata negli Stati Uniti è responsabilità degli immobili, quella dei net-zero building è una strategia che sta guadagnando crescente favore nell’ambito della sfida per diminuire le emissioni di CO2 e risparmiare energia.
Nel prossimo futuro, perciò, un taglio del 70% nei consumi non dovrà più fare sensazione, ma divenire dato comune ad ogni edificio, portando enormi vantaggi a chi lo occupa, a chi lo possiede e all’ambiente in generale.
Da: Times are Changing
Di Michael Jouaneh
FMJ - Maggio giugno 2009