L'acustica negli uffici Open Space
Data di pubblicazione: 10 OTT 2015
Sin dall’epoca dei colletti bianchi, il progetto degli uffici si è trovato ad affrontare tematiche complesse ed impegnative: apertura versus privacy, interazione versus autonomia. A cavallo del XX secolo abbiamo assistito ad una organizzazione dello spazio simile a ciò che accadeva nelle fabbriche. L'accento sulla percezione e le esigenze umane non è stato riconosciuto fino all'epoca del Burolandschaft nel 1950, momento in cui il progetto degli uffici iniziava a prendere in considerazione le attività svolte al suo interno e si iniziava a tendere ad una equilibrio tra collaborazione e privacy. Oggi gli uffici open plan vengono per lo più utilizzati per ragioni di rendimento e di riduzione dei costi (circa l'80% di noi lavora in uffici open space); ma col tempo abbiamo assistito a cambiamenti significativi della “postazione di lavoro”. L’evoluzione tecnologica non ci “limita” più “fisicamente” in singole aree di lavoro e i cambiamenti culturali e organizzativi di oggi abbracciano concetti quali fiducia e libertà, il che significa che possiamo lavorare un po’ ovunque. Tale evoluzione sta realmente creando spazi di lavoro efficienti e confortevoli?
Secondo l’ultimo sondaggio “Leesman Index” (2014) sullo spazio di lavoro efficace, il rumore si trova nella top 10 e, secondo solo al controllo temperatura, in termini di insoddisfazione, con solo il 28% dei rispondenti soddisfatti in merito a tale parametro. Cosa sta dunque accadendo? Per capire tale disagio, abbiamo bisogno di una più profonda comprensione dei bisogni delle persone e di come i nostri sensi rispondono all’interno dell’ambiente ufficio.
Le numerose ricerche disponibili e un approccio basato sull’evidenza possono aiutarci a risolvere alcuni dei problemi relativi al rumore. Sappiamo che le nostre orecchie funzionano 24 ore su 24, anche quando dormiamo. L'ascolto è difficile da controllare soprattutto, se il suono può essere compreso e rappresenta qualcosa di rilevante per noi. È per questo motivo che la concentrazione negli uffici open space può essere problematica. Ma qual è l'impatto? Come risaputo, piccoli aumenti percentuali in salute, benessere e produttività possono avere un impatto significativo su un'organizzazione. Ad esempio, Nigel Oseland e Adrian Burton (2009), sono stati in grado di mostrarci che gli effetti delle condizioni ambientali sui lavoratori in ufficio possono essere misurati. Da questa ricerca si apprende che l'acustica può influenzare le prestazioni tra lo 0,2 e l’ 1,7%. Tale valore potrebbe risultare non particolarmente significativo; ma considerando che l’80-90% dei costi operativi di un'organizzazione sono associati alle persone e loro prestazioni, capiamo come in realtà tale valore sia significativo. La nuova ricerca pubblicata dall'Istituto Swedish Stress Institute mostra le correlazioni dirette tra distrazioni dovute ai rumori del parlato e lo stress cognitivo.
Gli impatti acustici non sono sempre ben compresi e, risultano spesso di inferiore priorità rispetto ad altri elementi progettuali. E’ facile capire perché. Anche se il discorso non desiderato provoca il maggior numero di distrazioni all’interno degli uffici open space, come e perché il rumore colpisca e influisca su ognuno di noi è un argomento molto vasto, spesso complesso e difficile da quantificare.
Il suono influisce:
• Fisiologicamente
• Emozionalmente
• Psicologicamente
Può:
• Compromettere la concentrazione
• Ridurre la precisione
• Aumentare la frequenza cardiaca
• Far rilasciare cortisolo
Può renderci:
• Distanti a livello sociale
• Aggressivi
• Propensi all’ irritabilità
Si può creare la corretta soluzione realizzando uno spazio adatto per specifiche attività e fornendo la soluzione acustica ottimale per tale spazio. Ciò può essere ottenuto con l'approccio progettuale basato sulle attività e una buona comprensione delle esigenze di chi occupa lo spazio. Ad esempio, un ufficio può avere al suo interno persone di diverse età e differenti capacità uditive, persone che parlano diverse lingue, introversi ed estroversi. Conoscere la composizione delle persone che vivranno gli spazi di lavoro può contribuire a creare un design che migliora le prestazioni dei lavoratori e contribuisce alla realizzazione di una soluzione ottimale.
In termini pratici, fornire i requisiti fisici minimi che includono controsoffitti di classe A di fonoassorbimento con un alto grado di AC (classe articolazione) che minimizzino la propagazione del suono, screen tra le postazioni di lavoro per controllare il suono diretto, pannelli a parete che migliorino il generale comfort acustico, materiali per la pavimentazione fonoassorbenti, una buona costruzione del nodo soffitto/ parete in combinazione con una corretta disposizione degli arredi e una opportuna collocazione degli spazi collaborativi rispetto a quelli per la concentrazione.
Ulteriori parametri per misurazioni fisiche standard, sono fornite dalla BS ISO 3382-3 Misure acustiche per Uffici open space, che fornisce i criteri per la creazione del comfort acustico. Lo standard individua quattro descrittori per misurare gli uffici open space e l'obiettivo è quello di ridurre la distrazione causata dalla propagazione sonora e aumentare la 'privacy'.
Quando creiamo aree di lavoro in grado di aumentare benessere e produttività a supporto della concentrazione, le considerazioni acustiche diventano essenziali. Gli obiettivi sono dunque:
- Migliorare la comunicazione all'interno dei team di lavoro
- Ridurre il disturbo derivante da discorsi indesiderati
- Aumentare la privacy
- Sostenere i dipendenti che lavorano su compiti complessi e che richiedono concentrazione
- Aumentare la produttività
- In ultima analisi un ufficio deve essere sostenibile - uno spazio adatto al ruolo che si ricopre
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