Le (Cento)stazioni di un successo
Data di pubblicazione: 03 FEB 2016
Gaetano D'Altrui, insignito del George Graves Facility Management Achievement Award 2015, racconta il successo della sua esperienza in Centostazioni.
Lo scorso ottobre, Gaetano D’Altrui, Responsabile BU Service di Centostazioni, è stato insignito del George Graves Facility Management Achievement Award 2015, come riconoscimento all’esperienza e attività di FM finalizzate a obiettivi di innovazione, business e successo finanziario. Abbiamo incontrato il vincitore di questo prestigioso premio per farci raccontare come sia riuscito a ottenere un riconoscimento che non solo premia la sua professionalità, ma è anche un attestato della crescita che la cultura del FM ha saputo compiere in Italia negli ultimi anni.
Qual è stato il fattore principale che l’ha condotta a candidarsi per questo riconoscimento?
“Direi soprattutto la volontà di mettere alla prova la mia preparazione e avere un confronto diretto con la realtà statunitense, da sempre la più all’avanguardia nel campo del FM. Reputavo fosse un test interessante anche per capire a che punto sia l’evoluzione del FM italiano in rapporto a quello dei Maestri, se così si può dire”.
In base a quali criteri viene assegnato il premio?
“Vi è una prima parte che consta di una valutazione dell’esperienza professionale del candidato. La seconda parte mette invece più a fuoco le caratteristiche del progetto presentato. Quello che ho portato io è chiaramente l’intera esperienza di gestione dei servizi per Centostazioni”.
Può raccontarci l’esperienza di Centostazioni e il suo ruolo in essa?
“L’azienda nasce nel 2002 allo scopo di attuare programmi di investimento per riqualificare e valorizzare 103 stazioni ferroviarie di medie dimensioni sparse su tutto il territorio per trasformarle in poli multifunzionali, dando un forte impulso alle iniziative commerciali in questi edifici.
Il mio ruolo è quello di responsabile per la struttura chiamata Business Unit Services, che è in pratica il Facility Department dell’azienda. Il mio compito principale è quello di gestire i contratti di Global Service per le 103 stazioni. Parliamo di un patrimonio complessivo di circa 1,5 milioni di metri quadri che ospitano anche attività commerciali oltre a quelle dedicate al trasporto e all’accoglienza dei passeggeri. È un vasto patrimonio formato da edifici complessi quindi, sia perché ospitano attività di diversa natura, sia perché sono attive 24 ore su 24 senza mai interruzioni. Dal punto di vista della gestione perciò rappresentano una sfida tanto difficile quanto interessante e caratterizzata dalla necessità di far fronte a una grande dinamicità”.
Che caratteristica ha la struttura di cui è responsabile?
“La nostra è un’azienda di dimensioni molto ridotte, soprattutto se raffrontata alla portata del patrimonio gestito. Siamo 140 dipendenti in totale e la struttura di FM è composta da un nucleo di 8 persone cui vanno aggiunti 25 building manager. Per quanto riguarda la parte operativa, abbiamo diviso il territorio in tre lotti, ognuno racchiude circa 35 stazioni. Per ogni lotto abbiamo appaltato un contratto di Global Service. Si tratta di contratti del valore di 60-65 milioni di euro, praticamente identici per caratteristiche, ciò che varia realmente sono solo le superfici interessate”.
Parliamo del premio. Quali punti hanno più colpito la commissione, a suo parere?
“Credo siano diversi. In primo luogo si tratta di un progetto che mostra in maniera evidente come una buona gestione dei servizi possa avere una ricaduta diretta sul core business: l’aver reso lo spazio delle stazioni efficiente e funzionale ha portato il livello di customer satisfaction dal 55% del 2004 al 96% di quest’anno, cosa che ha fatto innalzare notevolmente il livello di appetibilità degli spazi commerciali all’interno delle stazioni.
Altro punto molto apprezzato è stata la nostra opera di diffusione di una buona cultura del FM anche tra i nostri fornitori, aspetto che è notevolmente migliorato in questi anni. Non è poi passata inosservata la difficoltà di trattare con edifici spesso di carattere storico, con tutti i vincoli che ciò comporta e le relative difficoltà dal punto gestionale.
Un aspetto fondamentale poi credo sia stato lo sforzo compiuto per standardizzare il servizio in tutti gli immobili su un territorio ampio ed eterogeneo come l’Italia, con tutte le sue particolarità locali. Per gestire un patrimonio con queste caratteristiche è fondamentale avere un sistema unico di lettura dei dati, parametrizzando i costi, ad esempio. Rendere tutto omogeneo e confrontabile è stata un’opera estremamente difficile, ma che alla fine ha consentito un forte aumento dell’efficienza e una notevole diminuzione dei costi”.
Qual è stato per lei, l’aspetto più importante di questa esperienza?
“Si è trattato soprattutto di una grande occasione di crescita professionale. La semplice necessità di dover raccontare questo progetto secondo criteri e quadri di riferimento internazionali, così che potesse essere ben compreso dalla giuria, mi ha permesso di vedere il mio stesso lavoro sotto una diversa e più ampia prospettiva. Per non parlare poi del confronto con la realtà statunitense, che per chi si occupa di FM è un passaggio credo fondamentale”.
Gaetano D'Altrui mentre riceceve il George Graves Facility Management Achievement Award 2015 dal CEO di IFMA Tony Keane