Dussmann Italia ottiene da Agcom rating di legalità tre stelle+++
Data di pubblicazione: 21 APR 2016
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato premia la società di facility con sede a Bergamo: l’unica multinazionale del settore finora riconosciuta.
L’azienda leader in Italia nel Facility Management ha ottenuto dall’Agcom il massimo del punteggio per quanto riguarda il rating di legalità (tre stelle +++). Lo strumento, introdotto nel 2014 per premiare le aziende con fatturato minimo di 2 milioni di euro, iscritte al Registro Imprese da almeno due anni, e che adottano principi etici nell’azione imprenditoriale, si candida a diventare la nuova frontiera della concorrenza portando con se numerosi vantaggi.
Il rating non ha un valore soltanto formale o d’immagine ma ha ripercussioni concrete in azienda e sul mercato, ad esempio è uno dei criteri tenuti in considerazione in sede di concessione di finanziamenti, tramite bando da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché di accesso al credito da parte delle banche.
Sia che si debba concorrere per l’affidamento di un appalto sia che si debba stipulare una convenzione con un ente pubblico, il rating di legalità permette di documentare in maniera trasparente la propria situazione interna e rappresenta uno strumento per dimostrare l’affidabilità dell’azienda a clienti, fornitori e investitori.
“E’ una grande soddisfazione aver conseguito il massimo punteggio del rating a comprova della correttezza con cui l’azienda si è comportata nei 45 anni di storia in Italia. La soddisfazione è altresì accresciuta dal fatto di essere una tra le prime aziende del nostrosettore ad aver acquisito tale riconoscimento” afferma Pietro Auletta, Amministratore Delegato Dussmann Italia e membro del CDA Dussmann Group con responsabilità nelle Operazioni nell’Europa dell’Est, nel Medio Oriente ed in Asia.
Sono le aziende stesse a richiedere il rating di legalità e la valutazione, affidata all’Agcom, dura due anni ed è rinnovabile su richiesta.
Il rating di legalità infine va a concorrere alla formazione del cosiddetto “rating reputazionale” già presente nel Nuovo Codice degli Appalti. Si tratta di un sistema di valutazione basato sul curriculum dell’impresa istituito presso l’ANAC e che prenderà la forma di “un sistema di penalità e premialità nei confronti delle imprese connesso, a criteri reputazionali valutati” sulla base di parametri oggettivi e misurabili nonché su accertamenti definitivi concernenti il rispetto dei tempi e dei costi nell’esecuzione degli appalti ad essi affidati.