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Il Facility Management potrebbe fare davvero molto per risolvere gli attuali problemi delle PA. Un primo livello su cui potrebbe agire è di ordine culturale. Purtroppo non è ancora maturata nelle Pubbliche Amministrazioni l’idea del patrimonio immobiliare come leva strategica.il facility che non c’èPerché solo le grandi città italiane hanno abbracciato il FM? E quali occasioni stanno perdendo le PA che ancora non lo impie- gano? L’opinione del Presidente dell’Andigel Michele Bertola.Può risultare difficile da credere, dopo tanti anni di tentativi e rifles- sioni, eppure ancora oggi una fetta consistente delle Pubbliche Am- ministrazioni italiane rappresenta ancora un territorio da conquista- re per il FM. Non nelle grandi cit- tà, dove una gestione strategica di immobili e servizi ha già prodotto diverse esperienze molto interes- santi, quanto piuttosto nei centri di medie dimensioni. Paradossale è che questa situazione perduri in un momento storico in cui sono le PA ad avere bisogno del Facility Management più di quanto il Facili- ty Management non abbia bisogno delle PA.Del perché di questa situazione, e delle prospettive che ancora re- stano intatte, abbiamo parlato con Michele Bertola, Direttore Genera- le del Comune di Bergamo e Pre- sidente dell’Andigel (Associazione Nazionale dei Direttori Generali degli Enti Locali).Cosa frena ancora alcune PA dall’abbracciare il Facility Mana- gement, e quali vantaggi potreb- bero trarre dall’adottare i princi- pi della disciplina?Il Facility Management potrebbe fare davvero molto per risolvere gli attuali problemi delle PA. Un primo livello su cui potrebbe agire è di or- dine culturale. Purtroppo non è an- cora maturata nelle Pubbliche Am- ministrazioni l’idea del patrimonio immobiliare come leva strategica. Ed è una mancanza enorme, per- ché enorme è anche il patrimonio di cui stiamo parlando. Gli immo-bili di proprietà pubblica al mo- mento sono ancora trattati prin- cipalmente secondo due strategie, se così si possono definire: in molti casi vengono fatti oggetto di pic- cole speculazioni, effettuate fuori da qualunque progetto a lungo o medio termine, semplicemente per fare cassa in modo veloce e tappare buchi di bilancio o carenze di inve- stimenti. L’altro destino cui questi immobili vanno incontro è quello di un utilizzo che potremmo defini- re “sociale”, che però viene operato senza tenere in alcun conto il man- tenimento, la gestione e la valoriz- zazione stessa dell’immobile. Questa mancanza di lungimiranza e di strategia è un difetto cronico che storicamente affligge le PA e che è figlia di un’altra componente: siste- mi contabili che non consentono una chiara esposizione dei costi legati al patrimonio, nascondendo perciò la stringente necessità di un approccio diverso alla gestione im- mobiliare.In che modo incidono le diverse normative che regolano le Pub- bliche Amministrazioni in questo ambito?Duole dirlo, ma purtroppo hanno spesso un effetto boomerang, cre- ando condizioni contrarie a un uti- lizzo strategico ed efficiente degli edifici e dei servizi ad essi collega- ti. Faccio un esempio banale: una PA che oggi volesse ridisegnare in modo più efficiente i suoi spazi, magari passando a un open space, e disponesse del budget necessario, troverebbe comunque un ostacolo


































































































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